PRIMA DI TUTTO, PRESENTIAMOCI

Chi siamo

Peribimbi.it è un’Organizzazione di Volontariato (ODV) nata a Vignola (MO) nel 2010 e da allora
impegnata nella difesa dei diritti dei bambini.

La valorizzazione dell’educazione come mezzo indispensabile per superare i problemi e le difficoltà
nel mondo dell’apprendimento è uno dei nostri principali obiettivi.

Crediamo nei progetti educativi, nell’aiuto, nella perseveranza e nell’impegno finalizzati allo sviluppo
delle potenzialità che ogni bambino, pur diverso da ogni altro, possiede.

Il nostro convincimento è che la crescita intellettuale ed emotiva possa svilupparsi tramite l’assunzione
del giusto grado di responsabilità, sia da parte dei bambini che dei loro genitori/educatori.

 

DA UN GRUPPO DI PERSONE

La nostra storia

Anno 2007: in una scuola secondaria di primo grado, la presidenza scolastica richiedeva ai genitori l’autorizzazione a interventi di osservazione dei bambini da parte di psicologi e psichiatri e al trattamento dei dati ottenuti per finalità connesse al progetto ADHD. Il tutto senza informare adeguatamente i genitori sulla tipologia del trattamento e sulle sue modalità di esecuzione, come prevede il consenso informato.

Ritenendo non fondata scientificamente l’ipotetica malattia psichiatrica denominata ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) ed in base alle documentazioni e testimonianze raccolte, abbiamo ritenuto doveroso informare la collettività scolastica allo scopo di renderla consapevole dei rischi connessi. Lo abbiamo fatto tramite la distribuzione di materiale informativo (dvd, opuscoli, ecc) ed approfondendo l’argomento in riunioni tenute nelle abitazioni di coloro che sarebbero poi diventati il gruppo fondatore dell’organizzazione Peribimbi.it.

Da questo episodio ci si è resi conto di quanto fosse carente l’informazione tra i genitori in relazione all’intromissione della psichiatria in ambito scolastico e della violazione costante del vero scopo della scuola.

Così, un semplice gruppo di persone, mosso da un forte senso civico, ha deciso di istituire Peribimbi.it, Organizzazione di Volontariato nata per tutelare i diritti dei bambini.

DA UN GRUPPO DI PERSONE

La nostra storia

Anno 2007: in una scuola secondaria di primo grado, la presidenza scolastica richiedeva ai genitori l’autorizzazione a interventi di osservazione dei bambini da parte di psicologi e psichiatri e al trattamento dei dati ottenuti per finalità connesse al progetto ADHD. Il tutto senza informare adeguatamente i genitori sulla tipologia del trattamento e sulle sue modalità di esecuzione, come prevede il consenso informato.

Ritenendo non fondata scientificamente l’ipotetica malattia psichiatrica denominata ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) ed in base alle documentazioni e testimonianze raccolte, abbiamo ritenuto doveroso informare la collettività scolastica allo scopo di renderla consapevole dei rischi connessi. Lo abbiamo fatto tramite la distribuzione di materiale informativo (dvd, opuscoli, ecc) ed approfondendo l’argomento in riunioni tenute nelle abitazioni di coloro che sarebbero poi diventati il gruppo fondatore dell’organizzazione Peribimbi.it.

Da questo episodio ci si è resi conto di quanto fosse carente l’informazione tra i genitori in relazione all’intromissione della psichiatria in ambito scolastico e della violazione costante del vero scopo della scuola.

Così, un semplice gruppo di persone, mosso da un forte senso civico, ha deciso di istituire Peribimbi.it, Organizzazione di Volontariato nata per tutelare i diritti dei bambini.

La nostra mission

Demolire un palazzo, che puoi vedere e toccare, sarebbe molto più facile.
Qui si tratta, invece, di abbattere un’illusione. Se la sono inventata un gruppo di medici americani, questa ADHD. Per alzata di mano. Un attimo prima non esisteva, subito dopo era nata una nuova malattia, con un acronimo che sta per “Attention Deficit Hyperactivity Disorder”. In Italia traduciamo “Disturbo da deficit di attenzione e iperattività”.

Un’etichetta che oltreoceano, se sei un bambino, ti appiccicano addosso direttamente sui banchi di scuola, dove il braccio armato di chi vende la cura sono gli stessi insegnanti. E le loro armi sono test che sfiorano il ridicolo.

Ma basta che il pargolo si muova un po’ troppo, che sia un po’ più vivace, o che ogni tanto si distragga e lo infarciscono di pillole a base di metilfenidato. Psicofarmaci, di fatto amfetamine: le stesse con cui negli anni ’70 si sballavano intere comunità di tossicodipendenti.

Le stesse che da anni, grazie ad effetti collaterali devastanti, mietono tra i ragazzini di tanti Paesi migliaia di vittime, suicidi compresi. Allora sì che questi bimbi, dopo, smettono di muoversi.

La nostra “missione”, appunto, è quella di estirpare sul nascere in Italia un’erbaccia come la “diagnosi” dei vari ADHD, discalculie, disgrafie. Tra virgolette, “diagnosi”, perché è una parola che si usa per le patologie, quelle vere.

La nostra mission

Demolire un palazzo, che puoi vedere e toccare, sarebbe molto più facile.
Qui si tratta, invece, di abbattere un’illusione. Se la sono inventata un gruppo di medici americani, questa ADHD. Per alzata di mano. Un attimo prima non esisteva, subito dopo era nata una nuova malattia, con un acronimo che sta per “Attention Deficit Hyperactivity Disorder”. In Italia traduciamo “Disturbo da deficit di attenzione e iperattività”.

Un’etichetta che oltreoceano, se sei un bambino, ti appiccicano addosso direttamente sui banchi di scuola, dove il braccio armato di chi vende la cura sono gli stessi insegnanti. E le loro armi sono test che sfiorano il ridicolo.

Ma basta che il pargolo si muova un po’ troppo, che sia un po’ più vivace, o che ogni tanto si distragga e lo infarciscono di pillole a base di metilfenidato. Psicofarmaci, di fatto amfetamine: le stesse con cui negli anni ’70 si sballavano intere comunità di tossicodipendenti.

Le stesse che da anni, grazie ad effetti collaterali devastanti, mietono tra i ragazzini di tanti Paesi migliaia di vittime, suicidi compresi. Allora sì che questi bimbi, dopo, smettono di muoversi.

La nostra “missione”, appunto, è quella di estirpare sul nascere in Italia un’erbaccia come la “diagnosi” dei vari ADHD, discalculie, disgrafie. Tra virgolette, “diagnosi”, perché è una parola che si usa per le patologie, quelle vere.

25 anni dopo...

E 25 anni dopo quell’alzata di mano, nessuno ha ancora fornito il minimo straccio di prova medica o scientifica che I’ADHD, la discalculia, la disgrafia, ecc esistano in quanto malattie. Continuano però a spuntare qua e là segnalazioni di chi, nelle nostre scuole, prova a vendere l’illusione. Distribuendo volantini o infilando il discorso in piccoli comizi di classe camuffati da incontri educativi.

Il traguardo – che non esclude affatto la possibilità di curare un bambino con veri problemi comportamentali diagnosticabili, ma punta a farlo solo attraverso uno specialista – è portare al maggior livello possibile la legislazione che vieti l’ingresso dei test per tali presunte patologie, nelle scuole del nostro Paese.

La politica non è del tutto sorda al problema, anzi: in seno a molti enti locali sono già fioriti numerosi documenti che affermano una netta contrarietà a certe pratiche pro-farmaco. Manca però, sul piano ministeriale e regionale, una normativa strutturata che le vieti espressamente una volta per tutte.

Con qualche rara eccezione virtuosa, vedi il buon esempio della Regione Piemonte, della Provincia Autonoma di Trento e dell’Emilia Romagna.

25 anni dopo...

E 25 anni dopo quell’alzata di mano, nessuno ha ancora fornito il minimo straccio di prova medica o scientifica che I’ADHD, la discalculia, la disgrafia, ecc esistano in quanto malattie. Continuano però a spuntare qua e là segnalazioni di chi, nelle nostre scuole, prova a vendere l’illusione. Distribuendo volantini o infilando il discorso in piccoli comizi di classe camuffati da incontri educativi.

Il traguardo – che non esclude affatto la possibilità di curare un bambino con veri problemi comportamentali diagnosticabili, ma punta a farlo solo attraverso uno specialista – è portare al maggior livello possibile la legislazione che vieti l’ingresso dei test per tali presunte patologie, nelle scuole del nostro Paese.

La politica non è del tutto sorda al problema, anzi: in seno a molti enti locali sono già fioriti numerosi documenti che affermano una netta contrarietà a certe pratiche pro-farmaco. Manca però, sul piano ministeriale e regionale, una normativa strutturata che le vieti espressamente una volta per tutte.

Con qualche rara eccezione virtuosa, vedi il buon esempio della Regione Piemonte, della Provincia Autonoma di Trento e dell’Emilia Romagna.

Cambiare le cose

L’unico modo per cambiare le cose in meglio, è sensibilizzare. Rivendicando il diritto di un bambino ad essere unico, ad avere il proprio carattere e a pretendere il rispetto dei propri tempi per formarselo. Sbagliando, combinandone di tutti i colori, mettendo in difficoltà i genitori.

Ma anche crescendo, distinguendosi dagli altri, coltivando i propri talenti e affrontando i propri difetti. Non è un caso che
nella nostra associazione siano presenti tanti genitori: si vogliono difendere.

Sono loro il bersaglio dei “venditori di patologie”, quelli da abbindolare. Perchè sono loro che decidono.

Ed è fin troppo banale vedere nella loro fretta quotidiana, nella loro necessità di avere soluzioni pronte e veloci, nella loro pigrizia genitoriale, l’humus ideale ad accogliere certe tentazioni da “una pillola e via”.

Ma non c’è bisogno di strozzare la vivacità innata di un bambino per poterla governare. Basta accarezzarla nei punti giusti, accompagnadola nella giusta direzione e lasciarla sfogare nelle attività creative, nello sport, nel loro hobby preferito.

Tutte cose che a un piccolo zombie imbottito di farmaci non vedrete mai fare.

Cambiare le cose

L’unico modo per cambiare le cose in meglio, è sensibilizzare. Rivendicando il diritto di un bambino ad essere unico, ad avere il proprio carattere e a pretendere il rispetto dei propri tempi per formarselo. Sbagliando, combinandone di tutti i colori, mettendo in difficoltà i genitori.

Ma anche crescendo, distinguendosi dagli altri, coltivando i propri talenti e affrontando i propri difetti. Non è un caso che
nella nostra associazione siano presenti tanti genitori: si vogliono difendere.

Sono loro il bersaglio dei “venditori di patologie”, quelli da abbindolare. Perchè sono loro che decidono.

Ed è fin troppo banale vedere nella loro fretta quotidiana, nella loro necessità di avere soluzioni pronte e veloci, nella loro pigrizia genitoriale, l’humus ideale ad accogliere certe tentazioni da “una pillola e via”.

Ma non c’è bisogno di strozzare la vivacità innata di un bambino per poterla governare. Basta accarezzarla nei punti giusti, accompagnadola nella giusta direzione e lasciarla sfogare nelle attività creative, nello sport, nel loro hobby preferito.

Tutte cose che a un piccolo zombie imbottito di farmaci non vedrete mai fare.

A questo punto non ci vuole certo uno scienziato per capire verso quale baratro possa portare un simile percorso.

Perché, allargando il concetto sull’azzeramento immediato di ogni difficoltà e peculiarità, ricorrendo in modo indiscriminato ai farmaci, il puro suicidio socioculturale di tutte la fasce di età sarebbe poi a due passi.

Per evitarlo, bisogna invece partire da una consapevolezza: queste presunte patologie sono solo una grande operazione di marketing.

“Se non si riesce a creare una diagnosi, non la si può fatturare”, diceva la ricercatrice Margaret Hagen.
E se leggendo questo testo vi siete distratti anche solo per un attimo, se nel frattempo vi siete mossi un tantino
sulla sedia, forse avete anche voi I’Adhd…

DALLA NOSTRA MISSION

I punti fondamentali

Creare un futuro di sanità e saperlo infondere nelle nuove generazioni è uno degli scopi di maggior valore dell’Organizzazione;
Peribimbi.it riconosce la necessità di tutelare, difendere e proteggere l’infanzia in quanto vettore massimo di sopravvivenza della società.

Affermare e far conoscere i diritti
dei bambini ad un pubblico più vasto possibile, informare i genitori di ogni etnia o credo, sui possibili abusi e sulle leggi che li tutelano.

Formare ed informare il corpo docente, affinché sia capace di distinguere l’aiuto dal potenziale tradimento contenuto
nei dati-fiume che spesso entrano senza alcun filtro nella scuola.

Impedire l’ingresso di test a scopo
pre-diagnostico all’interno delle scuole di ogni ordine e grado.

Aiutare i bambini a mantenere un dialogo con la natura e con forme di divertimento aggregativo, indirizzare il disagio alla pet therapy, alla musicoterapia, all’arte e a tutte le forme di espressione sane ed efficaci. Non ultima, una necessaria digital detox.

Far sì che le mamme ed i papà
accolgano con maggior responsabilità il loro ruolo di genitori, ne conoscano le regole, gli impegni, le direzioni operative e gli scopi.

Ricordare agli addetti ai lavori le definizioni ed i perimetri dei ruoli relativi alle loro professioni, affinché nessun gruppo sociale, soprattutto la famiglia, venga defraudato del proprio potere di scelta.

Controllare e limitare, con la meta di
portarla a zero, la medicalizzazione del disagio infantile (farmacovigilanza).

LA GIOIA DI SENTIRSI PARTE

I riconoscimenti

Negli anni, le più alte cariche delle Amministrazioni Regionali e dello Stato ci hanno inviato comunicazioni e riconoscimenti per il nostro instancabile operato.

LA GIOIA DI SENTIRSI PARTE

I riconoscimenti

Negli anni, le più alte cariche delle Amministrazioni Regionali e dello Stato ci hanno inviato comunicazioni e riconoscimenti per il nostro instancabile operato.