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Nella nostra cultura tradizionale, di un bambino vivace si diceva: “Ha l’argento vivo addosso”. Ma la situazione è cambiata: oggi alcuni affermano indebitamente che un comportamento esuberante nei più piccoli sarebbe di fatto una MALATTIA spesso trattata anche con potenti psicofarmaci. Una pastiglia risolverà tutto - dice qualche “esperto” - e così genitori e insegnanti cadono nella trappola dell’ADHD (Deficit di Attenzione e Iperattività). Dal 2007 all’interno delle scuole italiane sono stati certificati, e hanno assunto psicofarmaci, più di 2200 bambini e adolescenti, e la tendenza è in continuo aumento. Se tuo figlio è distratto, se non rispetta le regole, se si agita, se non fa “come i grandi” oggi può essere etichettato come MALATO MENTALE. Nessuno nega che esistano bambini con problemi di varia natura e genere. Nessuno nega che vi siamo bambini molto vivaci, spesso distratti o più lenti ad apprendere. Tuttavia racchiuderli in una categoria patologica e affermare che i casi aumentino di anno in anno è una falsità scientifica e una grossa, grossissima operazione di marketing. Potremmo citare un elenco lunghissimo di noti geni che in età scolare sarebbero stati bambini “iperattivi” o, secondo tale moderna definizione della vivacità, “malati mentali”. Ma ci limitiamo a chiedervi: che cos’è che fa di un bambino un bambino? Da dove viene l’ADHD? L’ADHD (Deficit dell’Attenzione e Iperattivita’) è una malattia mentale nata nel 1987, prima non esisteva. È stata inserita nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) tramite VOTAZIONE di “un gruppo di esperti”. Non si basa su nessun esame clinico, non ci sono test oggettivi, indagini biologiche o test scientificamente riproducibili per attestarne l’esistenza. Si basa soltanto su presunti “SINTOMI” manifestati dal bambino. I bambini si fidano dei loro genitori e dei loro insegnanti. I genitori e gli insegnanti disinformati iniziano a fidarsi di questi presunti “esperti”... I numeri* 2007: anno in cui in Italia viene approvata la somministrazione di stimolanti anfetaminici per il trattamento dell’ADHD: il Metilfenidato e l’Atomoxetina 2239: i bambini italiani a cui dal 2007 è stato diagnosticato l’ADHD e che pertanto hanno assunto psicofarmaci. 80,4%: i pazienti italiani che si sono rifiutati di proseguire tale cura farmacologica. Esistono in Italia casi noti di reazioni avverse al farmaco tra le quali: Disturbi psichiatrici Disturbi epatici Disturbi cardiovascolari Convulsioni Ideazione suicidaria (...e stiamo parlando di bambini...) *Fonte: Istituto Superiore di Sanità (ISS)

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